La Mission

“fe-nice” nasce all’indomani della storica sconfitta del centro sinistra a Ferrara dopo 73 anni di governo. E nasce in un contesto nazionale dove con il governo giallo verde abbiamo assistito a un precipitare della crisi dello Stato di diritto, democratico e liberale, in Italia; contesto che ci indica il sempre possibile rischio della nascita di un assetto di potere con la restrizione dei diritti, con una deriva autoritaria e securitaria, un pericoloso deficit di rispetto delle Istituzioni e delle procedure costituzionali, e un populismo ignorante. L’idea sovranista può condurre a un pericoloso neobonapartismo. E’ anche possibile osservare che l’intero Occidente, con differenti modalità, corre rischi simili.In particolare la Lega considera con lo stesso fastidio di Putin il rispetto dei diritti umani e civili, la libertà di parola, di dissenso e di informazione: è il braccio operativo in Europa del progetto russo di destabilizzazione dell’Unione Europea e dell’attacco sferrato contro le democrazie e le istituzioni europee; proprio mentre è in Russia il suo leader dice: “Io qui a Mosca mi sento a casa mia, in alcuni Paesi europei no”.Noi invece siamo europeisti convinti e soprattutto federalisti europei e crediamo nel progetto spinelliano degli Stati Uniti d’Europa, l’unico antidoto al ritorno prepotente dei nazionalismi e allo stallo attuale di un’Europa intergovernativa che mostra la propria crisi e la propria inadeguatezza.Il precedente sistema di governo di Ferrara, e i partiti di riferimento, con importanti errori hanno consegnato la città alla Lega, vale a dire al partito che incarna tale deriva autoritaria.In particolare il Pd di Ferrara nel tempo ha assunto caratteri di autoreferenzialità e di supponenza verso il contesto cittadino tanto da determinare un crescente distacco fra classe dirigente e cittadini comuni, fra centro e periferia, fra differenti generazioni, fra persone informate e disinformati cronici (analfabeti di ritorno…), poco capace di dialogare con i cittadini e in particolare con questi ultimi; e manifestando disinteresse all’ascolto delle persone (malgrado le molte sollecitazioni – inascoltate – volte a interrompere questi comportamenti): aspetti che hanno portato molti elettori fra le braccia della Lega, che tende a offrire risposte ipersemplificate, quindi ingannevoli, a questioni complesse.Alla sinistra tutta è bene ricordare che non si fa politica sollevando continuamente, e fastidiosamente, la propria superiorità etica – vera o no qui poco importa -, ma con i comportamenti e le proposte, cercando sempre il dialogo, anche con i più lontani.“fe-nice” denuncia il clima di scontro violento, di astio e rancore stimolati nel dibattito politico da varie forze politiche e soprattutto dalla Lega, ovunque e quindi anche a Ferrara, e ritiene che una società libera e democratica non possa vivere a lungo con continui scontri tribali e con la ripetuta delegittimazione degli avversari, in un clima di odio da curva Nord contro curva Sud. L’Italia di Matteo Salvini cerca di dare una spinta definitiva al ritorno dell’autoritarismo nell’Europa continentale. La svolta antidemocratica e nazionalista del leader della Lega ha raggiunto vette sempre più preoccupanti anche per una crescente convergenza fra la sua agenda politica e quella della Russia di Vladimir Putin e di altre democrazie europee illiberali.Il mondo è sempre più piccolo e interconnesso, tutto quello che accade ovunque, in qualunque città, fa sentire il suo impatto in ogni angolo della Terra. La responsabilità diventa planetaria. Per questo ci occuperemo della nostra città, in una visione compiutamente europeista, e lo faremo sentendoci cittadini del mondo.Il nuovo sindaco leghista ha come capo politico Matteo Salvini e, per quanto cerchi di mostrarsi il più possibile popperianamente aperto, in una serie di circostanze non potrà che seguire la direzione del suo leader nazionale dal momento che condividono la stessa cultura politica. Nelle sue prime fasi operative laLega di governo a Ferrara, con i suoi alleati, agisce contro le biblioteche, rimuove le panchine dai parchi contro lo spaccio, compra crocifissi per le scuole, intasa il Centro storico di auto e mostra avversione per un canto popolare come Bella ciao: si qualifica per sgangheratezza e provincialismo.E’ proprio contro questa cultura politica che intendiamo lavorare e “fe-nice” vuole contribuire a creare una alternativa a questa giunta, che pure verrà di volta in volta valutata per le sua azioni, e anche contribuire a creare in città un nuovo centro sinistra laico, aperto, europeista, dialogante con i cittadini e interessato a favorirne la partecipazione civica; un gruppo ambientalista, liberale, liberaldemocratico e liberalsocialista, che sappia evidenziare gli errori del passato, che non consideri come prevalenti ragioni di stato o di partito, che sappia infondere passione civile ai tanti delusi dalla politica, e sappia costruire un clima di fiducia con i ferraresi, da raggiungere con le proposte, per il benessere dell’intera comunità.Avendo sempre ben presente l’obiettivo di progetti sostenibili sul piano sociale e ambientale. “fe-nice” intende divenire il luogo dove persone con storie e culture diverse trovano la possibilità per lavorare assieme sul piano teorico e su quello operativo, con spirito pluralista. Anche immaginando che l’attuale giunta potrebbe non durare cinque anni.A chi si rivolge fe-nice?A tutti i cittadini di Ferrara che apprezzano l’alternanza delle forze al governo in un sistema democratico, ma che non vedono nel passaggio alla democrazia autoritaria una via positiva per la crescita civile ed economica della nostra società; ai cittadini consapevoli del fatto che tutti i regimi autoritari del ‘900 in Europa, così come tanti altri nel mondo, sono nati per “volere del popolo” salvo poi solo tardivamente, a disastri avvenuti, si sono riconosciute le ragioni di chi a tali regimi si opponeva; a chi sa che la difesa della democrazia liberale, per quanto imperfetta, è tanto più difficile quanto più si aspetta che essa cada a terra agonizzante dopo una moltitudine di attacchi dettati “dal buon senso”, dalla necessità di “sicurezza”; a chi valuta la Lega il principale pericolo per la democrazia italiana anche e non solo per la sua attitudine a trascinare l’Italia fuori dalla Unione Europea; a chi vede nei dialoghi (e forse qualche cosa in più) tra la Lega e la Russia di Putin una volontà di ingresso nell’orbita in un sistema di potere a noi storicamente estraneo, destabilizzante per l’occidente e che è totalmente ostile alla democrazia liberale, al rispetto dei diritti umani e civili; a chi è consapevole di tutto questo e del fatto che ormai gli atteggiamenti della Lega e del suo leader Salvini sono da troppo tempo ben definiti per poter sollevare da responsabilità chi ancora oggi milita in quel partito o addirittura ne è figura di potere; a chi è consapevole che è necessario affrontare senza ideologie, ma con competenza e serietà le sfide del secolo, quali la difesa dell’ambiente, i flussi migratori, la tutela dei diritti dai nuovi e vecchi attacchi.A tutti costoro diciamo che è ora di schierarsi, per tre motivi.• Per scardinare il disegno leghista di occupazione del potere è necessario contrastarlo anche dal basso. Non si può pensare che l’unica opposizione sarà quella di Palazzo perché non siamo in un normale ciclo di alternanza. E’ necessario porre le basi di una opposizione capace tra l’altro di costruire un nuovo clima di fiducia in una politica non muscolare, anche attraverso un’onesta critica e autocritica del passato; se non si procede in tal senso, si potrà forse vincere un’elezione in futuro per via di qualche défaillance della Lega, ma si sarà costretti a governare secondo il paradigma populista, dove forze come la Lega saranno sempre capaci di recuperare il consenso;• E’ necessario creare una nuova classe dirigente, totalmente nuova e diversa da quella che ha consegnato la città alla Lega, attrezzata politicamente e culturalmente per le sfide che abbiamo davanti.• Il contrasto alla deriva nazionalista e populista deve partire prima che sia troppo tardi, prima che si passi dall’attacco ai diritti delle minoranze “straniere” a quello delle minoranze “indigene”. L’inattivismo dei liberali e dei democratici è stato troppe volte una concausa degli esperimenti di totalitarismo sempre terminati in disastri.Per questo da oggi nasce fe-nice, un’associazione di persone che si riconoscono nei valori della democrazia liberale, nei valori fondativi dell’Europa di Spinelli, Rossi e Colorni, nella Costituzione repubblicana, nell’ambientalismo europeo, nella partecipazione dei cittadini, nella società aperta, nella laicità, nella necessità del perseguimento della concreta giustizia sociale.